L’Istituto Nazionale Tostiano nel corso della sua attività si è occupato progressivamente di altre tematiche musicali e musicologiche oltre allo studio del compositore Tosti. Tra queste spiccano le biennali di liuteria chiamate Liuteria nel Mezzogiorno che realizzate in collaborazione con l’ISMEZ di Roma hanno costituito una delle poche manifestazioni meridionali dedicate alla liuteria classica e agli strumenti di tradizione popolare. Per inquadrare meglio tali attività scegliamo di riportare la Premessa scritta da Francesco Sanvitale per il volume Liuteria nel mezzogiorno 1985-1987 : con gli atti del convegno su: la produzione liutaria italiana: salvaguardia della qualità e promozione commerciale in Italia e all’estero a cura di Francesco Sanvitale ; collaborazione di Nicoletta Bardi, Roma, ISMEZ; Il Ventaglio, 1989.

Premessa

Le tre edizioni di “Liuteria nel Mezzogiorno” hanno avuto modo di presentare una serie di stimolanti iniziative, a livello espositivo e di studio, che hanno posto la rassegna, nel panorama delle similari iniziati­ve italiane, come punto di riferimento e, in alcuni casi, vera e propria strada di rodaggio per perfezionare collaborazioni, realizzare riproducibili schemi di informazione didattica, offrire occasioni di incontro e dibattito agli operatori del settore. Così la partecipazione a “Liuteria nel Mezzogiorno” delle maggiori istituzioni liutarie di livello internazio­nale e di importanti realtà musicali italiane, non ha costituito soltanto la pur non trascurabile patente di nobiltà liutaria e musicale, ma ha dato in questi anni alla rassegna il ruolo di un appuntamento importante per la vita e le prospettive del settore, sia a livello di studio e divulgazione che professionale. In tal senso va visto il convegno organizzato nell’ambito dell’edizio­ne 1985 su “La produzione liutaria italiana: salvaguar­dia della qualità e promozione commerciale in Italia e all’estero”, del quale questa pubblicazione ospita gli atti.

Come il lettore vedrà, il convegno riunì, sotto la presidenza del senatore Sisinio Zito, presidente dell’ISMEZ e al tempo stesso Sottosegretario di Stato all’Industria, al Commercio e all’Artigianato, i mag­giori esponenti del mondo liutario italiano, giornalisti, critici, politici, esperti di marketing e di commercializ­zazione. Le relazioni, ed il successivo dibattito, dimo­strarono allora, e con grande rilievo di attualità dimostrano ancor oggi, che ben lontane sono le soluzioni per il gran numero di problematiche legate all’attività liutaria in Italia. E pertanto “Liuteria nel Mezzogiorno” va considerata anche per il contributo che essa in questi anni ha cercato di dare all’informa­zione, alla conoscenza, alla diffusione della storia della liuteria e del prodotto liutario contemporaneo. Tale contributo, che né in questa né in altre sedi l’ISMEZ intende assolutamente enfatizzare, ha però concretiz­zato un necessario momento di raccordo tra vari elementi e componenti del complesso mondo musica­le italiano. Così le importanti istituzioni più volte ricordate sono scese per la prima volta al di sotto della riduttiva e penalizzante “linea gotica” aprendo alla realtà meridionale e a se stesse nuovi orizzonti e costruttive esperienze. Così ancora musicisti, allievi di conservatorio e di scuole private hanno potuto vedere riuniti a Palazzo Farnese soggetti ed informa­zioni del mondo liutario affidati prima ad una episodi­ca conoscenza e comunque mai inseriti in un contesto globale di alto livello culturale e divulgativo. Gli stessi liutai hanno avuto modo di far conoscere il loro prodotto nell’ambito di un’iniziativa e di uno spazio che, spezzando i confini della mitica ma riduttiva bottega, ponesse il frutto del loro lavoro nel necessa­rio contesto di attuale modernità. Né va taciuto il complesso di iniziative tese alla conoscenza, dal livello più elementare al più qualificato, degli aspetti storici, organologici, merceologici, delle tecniche costruttive, di restauro, di conservazione degli strumenti di liuteria.

Tale indirizzo divulgativo ha toccato nelle tre edizioni il mondo dei professionisti della musica, come già ho ricordato, ma soprattutto, e con una crescita misura­bile in progressione geometrica, il pubblico, il più eterogeneo, e una sempre più vasta popolazione scolastica degli istituti d’istruzione abruzzese di ogni ordine e grado. Credo che la grande affluenza di studenti, misurabile in alcune migliaia di presenze, possa essere considerata uno dei più importanti e produttivi successi della nostra iniziativa. Quando infatti si progettò la prima edizione di “Liuteria nel Mezzogiorno” gli obiettivi primari puntavano fonda­mentalmente alla creazione di un concreto e specifico raccordo tra la musica e gli strumenti per la sua realizzazione, come lo stesso senatore Sisinio Zito ricorda nella presentazione di questa pubblicazione; quindi a creare una reale possibilità ai liutai e ai musicisti del Meridione di venire a contatto con le massime istituzioni liutarie italiane; infine ad offrire un mezzo di elevato livello per la diffusione e la conoscenza dell’arte liutaria con particolare riguardo ai giovani.

I tre obiettivi che, per l’eterogenesi dei fini di kantiana memoria, hanno allargato i primitivi oriz­zonti ponendo l’urgenza di ampliare ed approfondire altri aspetti della liuteria e dell’organologia più in generale, sono stati perseguiti con tutti i mezzi possibili come è testimoniato dai programmi delle tre edizioni che si evincono nella pubblicata rassegna stampa.

Ricorderò ora soltanto i settori: quello storico e didattico, con materiale di altissimo livello prodotto dall’Istituto Internazionale per l’Artigianato Liutario e del Legno di Cremona, dalla Civica Scuola di Liuteria di Milano, dall’Associazione Liutaria Italia­na, dalla Fondazione Levi di Venezia, dai Corsi Professionali della Regione Lombardia; il settore di conoscenza dimostrativa con la bottega del liutaio perfettamente funzionante; quello della liuteria contemporanea con centinaia di strumenti prodotti da liutai italiani, di ogni capacità e provenienza; lo specifico settore musicale curato da “I Solisti Aquila­ni” con concerti di altissimo livello; quello infine di studio con il convegno ricordato, ma anche, e direi soprattutto, con le conferenze ed i seminari affidati ai maggiori conoscitori dei diversi aspetti trattati che hanno costituito motivo di aggiornamento e di approfondimento per gli addetti ai lavori e di ulteriore e più scientifica conoscenza per il sempre numeroso pubblico.

Una particolare notazione va all’aspetto stradivariano della edizione 1987, anno nel quale è caduto il 250° anniversario della morte del grande cremonese, che “Liuteria nel Mezzogiorno” ha voluto ricordare esponendo un suo strumento del 1703, gentilmente concesso dal proprietario Antonio Scalettaris. Tale panoramica a volo d’uccello, che può essere approfondita dal materiale pubblicato, deve consenti­re che ci si soffermi su un aspetto del quale l’ISMEZ è particolarmente orgoglioso: l’ultima edizione della rassegna aveva uno spazio dedicato al prodotto degli allievi del corso di avviamento all’arte liutaria che da quattro anni l’ISMEZ affida al maestro liutaio Salva­tore Valentinetti allo scopo di promuovere un pratico interessamento per un futuro inserimento professio­nale di soggetti dotati ma lontani dai consueti canali di apprendimento. Gli allievi di Valentinetti, distinti in due corsi, uno per giovani in età scolare media inferiore, l’altro senza particolari requisiti anagrafici, hanno realizzato interessanti lavori: i primi una scatola musicale didattica e i secondi una copia di un liuto francese del XVII secolo, molto ammirato da tutti gli esperti visitatori.

Questa pubblicazione vuole dare alle attività di “Liuteria nel Mezzogiorno” un ulteriore strumento di informazione: attorno al principale nucleo che è costituito dagli atti del convegno su “La produzione liutaria italiana: salvaguardia della qualità e promo­zione commerciale in Italia e all’estero”, sono pubbli­cate un’ampia sezione iconografica ed una esauriente rassegna stampa che nel loro insieme possono dare un quadro sufficiente per illustrare ciò che è avvenuto nell’ambito delle tre edizioni della rassegna dal 1983 al 1987.